Manipolazioni fotografiche, l’oscuro nemico del vero foto giornalismo. Questo mio articolo nasce da un fotografia che gira da qualche giorno sui social . Questa immagine risulta essere alterata per alimentare malumore sociale.
Sorge naturale porsi un quesito su base etica che va ben oltre il chiedersi che rapporto intercorra tra foto giornalismo e morale. Se da un lato lo scopo del fotografare è quello di documentare e il bivio che si ha davanti è “fotografo o no”, “pubblico l’immagine o no” , qui si tratta di una situazione ben diversa: una voluta manipolazione con l’intento di modificare la realtà al fine di cambiarne il significato.
Questa abitudine esiste da tempo, ancor prima dell’avvento del digitale.
Ma quali sono le manipolazioni più eclatanti? Io ho scelto le mie 5!

Numero 5.
L’autore di questa fotografia è Adnan Hajj (Libano 2006, Reuters), la sua “colpa” è stata quella di aver enfatizzato, fino all’eccesso, le nubi di fumo per rendere il bombardamento di Beirut più drammatico. La Reuters lo licenziò e fece sparire le oltre 900 foto che il reporter scattò.
Numero 4.
Qui si tratta di una foto storica e il “manipolato” è Winston Churchill. Il sigaro venne rimosso perché, all’epoca, iniziavano a circolare le voci che il fumo fosse dannoso per la salute.
Non è raro che capi di stato o personalità politiche vengano modificate per migliorarne l’aspetto o per cancellare le prove di cattive abitudini piuttosto che per “eliminare” scomode amicizie o ex alleati.


Numero 3.
In questa foto, immortalata da Hannah Mckay (Reuters), capiamo come la prospettiva giochi un ruolo determinante nella comunicazione attraverso immagini.
Stesso momento, due angoli di ripresa diversi, due messaggi: vai a quel paese e terzo figlio.
Anche questa è manipolazione, senza photoshop, ma si tratta sempre di modificare un messaggio.
Numero 2.
Questo è uno degli esempi più classici: non serve padroneggiare chissà quale programma di foto ritocco, basta un crop nel punto giusto e il significato si ribalta.
In questa foto (quella nel centro a colori) un soldato iraqueno si trova tra due soldati americani che gli offrono assistenza. Tagliando uno dei due militari si hanno due situazioni diametralmente opposte: esecuzione o soccorso.
Questa tecnica viene da sempre usata per fare “propaganda”.



Brian Walski (Los Angeles Times 2003)
Numero 1.
Questa immagine è il risultato della fusione di due differenti scatti. Il suo autore è Brian Walski (2003 realizzata per il Los Angeles Times).
È palese come il senso della foto cambi radicalmente. Nel risultato finale il militare blocca e nega il suo aiuto ad un povero padre con la figlia in braccio. Peccato che ciò non sia mai accaduto.
Se volete scoprire altre immagini e stilare una vostra classifica personale vi lascio un link molto interessante da consultare: http://www.alteredimagesbdc.org/ vi troverete cose che “voi umani non potreste neanche immaginarvi” (la citazione cinematografica ci stava bene).

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